Genio o scenio?

15 Febbraio 2016

Riguardo alla creatività ci sono molti falsi miti, ma uno dei più banali è quello del genio solitario, un individuo dal talento pazzesco che compare dal nulla, libero da ogni influenza e privo di p...

Riguardo alla creatività ci sono molti falsi miti, ma uno dei più banali è quello del genio solitario, un individuo dal talento pazzesco che compare dal nulla, libero da ogni influenza e privo di precursori, in diretta connessione con Dio e con le Muse. Quando l’ispirazione lo colpisce e una luce gli brilla nella testa, passerà l’intera vita a lavorare nel suo studio, trasformando l’idea in un capolavoro perfetto da consegnare al mondo. La creatività è quindi un gesto antisociale che pochi riescono a compiere, per lo più persone del passato.
Esiste un modo più sano di pensare alla creatività, che Brian Eno indica con il termine di “scenio”. Egli sostiene che le grandi idee nascono spesso da un gruppo di individui creativi che danno vita ad una “ecologia del talento”.
Anche guardando al passato si osserva che quelli che sono considerati geni solitari, in realtà facevano parte di una vasta scena di persone che si sostenevano a vicenda, osservando l’una il lavoro dell’altra, rubando e offrendo idee. L’idea di scenio non sminuisce la grandezza degli individi eccezionali, ma assegna alla creatività un ruolo sociale, una forma di collaborazione, il prodotto di una mente connessa ad altre menti. Dimenticare l’idea di genio e pensare di più a come vivacizzare e contribuire a uno scenio aiuta a calibrare meglio le proprie aspettative e quelle degli ambienti che desideriamo ci accettino. Viviamo in un’epoca in cui è più facile che mai far parte di uno scenio. Internet è sostanzialmente un agglomerato di sceni interconnessi, che non hanno più alcun legame con la geografia fisica. Blog, social network, mailing list, forum e spazi di discussione sono tutti la stessa cosa: scene virtuali in cui la gente si incontra per parlare dei propri interesse. Non esistono buttafuori, guardiani o barriere che impediscano di accedervi e non è necessario avere un curriculum stratosferico o una laurea di una università prestigiosa. In rete, tutti – l’artista e lo studioso,il maestro e l’allievo, l’esperto e il dilettatnte – sono in grado di offrire un contributo e spunti preziosi.
Un genio musicale del nostro tempo è il giovanissimo Ed Sheeran, che sicuramente non può essere paragonato a Mozart, perchè oggi si richiedono performance diverse, una maggiore immediatezza, una equipe promozionale, una capacità di interagire con il pubblico e commuoverlo con elementi semplici, belli e non eccezionali. Lo spettacolo, il libro, il disco geniali nascono in posti molto diversi dallo studio solitario del singolo. Creare è condividere all’istante, comunicare, avvalersi di un team affiatato che lavora per la singola idea. Questa davvero è la nuova era.  Il pubblico è cambiato, ha modificato i propri gusti e uno scenio di talento è quello che ci vuole per smuovere le masse. In tutti i sensi.

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