OSSERVARE LA VITA

3 Marzo 2015

Oggi nel parco guardavo il mio cane giocare pazzamente con un altro cane della sua stessa corporatura e con identica voglia di divertirsi. Correvano, si arrampicavano uno sull'altro, si mordevano le o...


Oggi nel parco guardavo il mio cane giocare pazzamente con un altro cane della sua stessa corporatura e con identica voglia di divertirsi. Correvano, si arrampicavano uno sull’altro, si mordevano le orecchie…erano instancabili nella voglia di divertirsi insieme e abbiamo faticato molto per separarli quando è arrivata l’ora di andare via. E’ molto probabile che questo gioco durerà ancora qualche giorno, fino a quando si verranno a noia reciprocamente e non si degneranno neppure più di uno sguardo. Nessuno dei due rimpiangerà il passato, forse neppure lo ricorderà, nessuno dei due penserà: oh, era proprio simile a me, potevamo stare insieme per ore senza sopraffarci, era l’amico della mia vita…e ora? Ora cosa farò? Con chi mi rotolerò sui prati? Chi più mi correrà incontro per masticarmi l’orecchio?
Le persone, invece,  sono coinvolte in sofferenze atroci causate dall’abbandono di un amante o di un amico o comunque di qualcuno con cui sono state bene (o presunto bene) per qualche tempo della loro vita. Si sentono deluse, tradite, ferite. Se proviamo a imitare gli animali, ci accorgiamo che essi vivono nel presente, pronti a ricominciare a sperare in presenza di una buona pappa o di una cuccia calda. Per noi c’è la creatività, che non significa solo scrivere, o dipingere o cucinare bene gli avanzi.  Creatività è soprattutto essere vigili e attenti, vivi, curiosi, innamorati! Nel diario di una personalità creativa troverete, accanto a notizie tristi di malattie o abbandoni, anche notazioni sulla prima rosa del giardino, la forma delle nuvole,  il felice parto della gattina, il canto del pettirosso la mattina presto.
La scrittrice Mary Sanson, tornata da un triste week-end con l’amante ed entrando nella casa vuota dice:” Fui fermata da un raggio di luce nel mio studio, che illuminava un garofano rosso, facendolo splendere come un riflettore, petali rosso carminio e un centro giallo oro…Vederlo è stato come ricevere una trasfusione di luce autunnale.” La parola chiave è trasfusione, perché la perdita del suo amore era una ferita e, nella reazione di fronte a quel garofano, nel prestare attenzione, cominciò la sua guarigione. La ricompensa dell’ attenzione è sempre la guarigione. Può cominciare a guarire un dolore particolare- un amore perso, un sogno infranto- ma quello che alla fine viene guarito è il dolore che sta sotto tutti i dolori: quello di essere, come dice Rilke, ineluttabilmente soli.

 

 

 

 

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