La rotta misteriosa

31 Ottobre 2023

MEMORIES

Qualche volta, d’estate, le mie vacanze le trascorrevo lavorando per un canale televisivo austriaco, durante il Festival di Salzburg. Non ho mai considerato le cosiddette ferie come tempo libero da passare sulla spiaggia a non fare niente, ma come la possibilità di dedicarmi a lavori straordinari. E quei mesi felici li passavo a registrare, montare, intervistare concertisti, cantanti e direttori d’orchestra celebri, a non dormire quasi mai per partecipare a feste interminabili. In uno di questi megaparty conobbi Radu Lupu, uno degli uomini più affascinanti con cui sia mai venuta in contatto, gentile e riservatissimo, con uno sguardo e un sorriso da capogiro. Considerato uno dei massimi pianisti dei nostri tempi, era modesto e indifferente alla sua fama. Quella sera guardai desolata la mia squadra tecnica, totalmente ubriaca sui divani.
Se vuoi un’intervista, disse lui come se leggesse nel pensiero, possiamo vederci domani, anche se io non ho molto dire. E’ quasi tempo sprecato, aggiunse con un sorriso ironico.
Fu l’inizio di un’amicizia forte e duratura e di un’intervista che non terminò mai.
Spesso passeggiavamo nei giardini adiacenti al Mozarteum, dove provava, discorrendo della nostra vita e dei suoi concerti nel mondo. Mi raccontò che una volta a Parigi, mentre gli veniva tributata una standing ovation, un tale continuava a gridare :”Monsieur! Monsieur!” Lui fece tacere l’applauso per ascoltarlo.
“Monsieur” disse il tale” tu es uno zero absolu!
E rideva fino alle lacrime su un’offesa che a me sembrava orribile e gratuita.
Sapeva che amavo un brano di Schubert, l’Impromptu n.3 op.90 e in sala prove qualche volta lo suonava.
Era una grande emozione ascoltare da vicino e senza microfoni le vibrazioni di quel tocco incantevole che trasformava le note in dolcezza, intimità, passione.
Una mattina, mentre facevamo colazione, mi porse un libro di Thomas Bernhard, che noi conosciamo come Il soccombente.
– Conosci il tedesco? mi chiese
-Non tanto da leggere un libro. risposi
-Lo traduco, se ti va di ascoltare.
Uno dei ricordi più belli della mia vita è racchiuso in quella giornata nella piazza grande di Salzburg, mentre ascoltavo la sua voce profonda cercare i vocaboli inglesi giusti per quella difficile prosa.
Abbiamo continuato a sentirci e vederci, anche perchè veniva spesso a Roma. Aspettavo con ansia il bis finale, sempre l’Impromptu n.3. Dopo uno degli ultimi concerti a Roma mi disse che sarebbe andato in Svizzera. Era molto stanco, affaticato. Non ci fu altro da aggiungere, solo un abbraccio tra le lacrime.
A volte si creano legami profondissimi con persone conosciute per caso e frequentate per un tempo relativamente breve. Non ho una risposta. So che con quelle persone ci si ri-incontrerà ancora e ancora
in altre vite
in altri mondi
in altre forme
in altri ruoli
e alla fine si scoprirà cosa ci accomuna.
Stare anche poco insieme ci rende diversi, ci fa sollevare lo sguardo, pensare in modo più articolato, correggere la rotta con una raffinata bussola.
Peccato non sapere dove ci stiamo dirigendo, attraverso le correnti della gioia e della nostalgia.