7 Marzo 2019

Qualche mese fa mi sono svegliata con alcune note nella testa, semplici, ripetitive, un refrain. Mi hanno perseguitato per tutta la giornata e si ampliavano piano piano, come quei microrganismi mezzi ...

Qualche mese fa mi sono svegliata con alcune note nella testa, semplici, ripetitive, un refrain. Mi hanno perseguitato per tutta la giornata e si ampliavano piano piano, come quei microrganismi mezzi morti che gli astronauti  riportano dallo spazio e che poi, almeno nei film,  diventano grassi e grossi  fino a minacciare la Terra. Non dico che il mio refrain fosse tanto aggressivo, ma sicuramente persistente. Alla fine ho chiamato un amico musicista e gli ho cantato le mie notine, allo scopo di esorcizzarle. L’alieno si è attaccato saldamente  a lui,  che lo ha ampliato e arrangiato. Lo abbiamo inciso insieme e ora lo utilizza per aprire o chiudere i suoi concerti con grande divertimento di tutti, perchè è una canzone veramente carina.  E’  diventata la sigla di una trasmissione spagnola della quale, per una serie di circostanze,  mi hanno affidato i testi. Felicità totale,  avevo tanta nostalgia della radio, dopo un bellissimo e lungo periodo in RAI.  Perchè vi dico questo? Volevo solo dimostrarvi che, a volte, le porte giuste si aprono senza che neppure uno le tocchi. Sono le porte sbagliate a restare ostinatamente bloccate. E questa è una verità da tenere presente. Onward!

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