Il malinteso dei premi letterari

10 Luglio 2014

La casa editrice Adelphi ha pubblicato I miei premi di Thomas Bernhard. Conobbi l'opera straordinaria di questo scrittore a Salisburgo, dove un amico, per ringraziarmi di averlo aiutato a capire e ...

La casa editrice Adelphi ha pubblicato I miei premi di Thomas Bernhard. Conobbi l’opera straordinaria di questo scrittore a Salisburgo, dove un amico, per ringraziarmi di averlo aiutato a capire e rivedere il testo italiano di uno spot pubblicitario (avevano scomodato Dante, ma in sala d’incisione l’attore non sapeva di che stesse parlando) mi regalò un libro in tedesco di Bernhard e una rosa.
La rosa è appassita, dissi.
Stamattina era fresca, lui disse
Il libro è in tedesco, dissi io
Lo tradurrò subito , disse lui

E in effetti cominciò a tradurre Bernhard in inglese seduta stante, appoggiato al bordo di una fontana e mi affascinò al punto che in seguito lessi tutte le opere tradotte in italiano e me ne innamorai.

Questo piccolo libro “ I miei premi” è una panoramica sul mondo estremamente surreale dei premi letterari, dove l’autore è invitato a parlare e non sa che dire, i giurati neppure si sono presi la briga di leggere le sue note biografiche, se non addirittura cambiano il sesso dei premiati (Dov’è la signora Bernhard?), oppure strillano nervosi:”Ma dove si è cacciato il nostro scrittorello?”

Bernhard ritira i premi con molto sforzo e tante umiliazioni, spinto dall’idea che i soldi gli serviranno per portare a termine opere di manutenzione in casa o per comprare una nuova macchina. In genere comunque è denaro che butta al vento, proprio perchè gravato da un inspiegabile senso di malessere.

“Tutto era repellente, ma più repellente di tutto trovavo me stesso” dice a proposito del premio Csokor.

Anche a me è capitato di ritirare premi più o meno ricchi (la prassi è assolutamente la stessa), di sentirmi molto a disagio (Ma lei si rende conto del gran privilegio che ha avuto nel ricevere questo premio?), un po’ in colpa per non ricordare perfettamente la trama di una commedia scritta parecchio prima, incapace di fare discorsi di autoesaltazione e rapida nello sperperare il denaro ricevuto. Solo una volta lo usai per pagare due corsi di inglese allo Shenker e mi sentii pienamente soddisfatta.