Liberati dell’anima gemella!

19 Luglio 2014

La gente crede che l'anima gemella sia come un vestito che ci sta alla perfezione e tutti la cercano per questo. E invece è uno specchio che ci mostra tutti i nostri limiti e attira l'attenzione su n...

La gente crede che l’anima gemella sia come un vestito che ci sta alla perfezione e tutti la cercano per questo. E invece è uno specchio che ci mostra tutti i nostri limiti e attira l’attenzione su noi stessi, facendoci capire che è il momento di cambiare la nostra vita. Una vera anima gemella è forse la persona più importante che tu possa incontrare, perché demolisce i muri che ti circondano e ti sveglia di colpo. Ma non puoi pensare di viverci per sempre. Troppo doloroso. Le anime gemelle arrivano nella nostra vita per farci scoprire un’altra parte di noi stessi, un altro strato, e  poi se ne vanno. Grazie a Dio, se ne vanno. Tu dici, non riesco a lasciarlo andare. Ma è finita, ragazza. La sua funzione era quella di darti una scossa, uno strappo al tuo ego, mostrarti gli ostacoli e le dipendenze, doveva aprire di colpo il tuo cuore perché potesse entrare una nuova luce, doveva farti disperare e perdere il controllo, tanto da costringerti a trasformare la tua vita. Questo era il suo compito, ma adesso basta. Tu non riesci ad accettare che fosse una relazione a breve scadenza. Sei come un cane che fruga in una discarica: stai leccando un barattolo vuoto per sfamarti. Ma se non stai attenta, quel barattolo ti resterà attaccato al muso per sempre e renderà la tua via un tormento. Lascialo perdere. Hai paura di mollare gli ultimi pezzi, perché allora sarai veramente sola. Ma devi capire questo: se sgomberi lo spazio mentale che stai dedicando a questo pensiero ossessivo, otterrai un vuoto, una possibile apertura. E indovina che cosa farà l’universo quando troverà questa apertura? Ci si precipiterà dentro. Dio si precipiterà dentro e ti riempirà di più amore di quanto avresti mai potuto sognare. Smetti di usare quella persona per bloccare la porta, dimenticala.

(Elisabeth Gilbert, ” Mangia prega ama”)